Farnese
Le origini
Arroccata su una rupe tufacea, Farnese risulta abitata fin dall’età del Bronzo. Nel Medioevo è documentata la presenza dei signori di “Farneto”, chiamati così dai boschi di farnia che circondano il paese. Tra la fine del XIV e la metà del XV secolo, i Farnese presero possesso dei territori della Tuscia viterbese, adattandone le rocche a loro residenze.


Farnese
La storia
Il periodo di maggiore floridezza di Farnese si ebbe tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII, grazie al governo del duca Mario, generale delle armate pontificie e ottimo governante, che dotò Farnese di un acquedotto e di prestigiose opere artistiche e architettoniche. A causa di una grave crisi finanziaria, Pietro Farnese, nipote di Mario, fu costretto a vendere la rocca e le terre annesse. Fu così che il 7 giugno 1658 il cardinale Flavio Chigi, nipote di papa Alessandro VII, acquistò il Ducato di Farnese per la somma di 275.000 scudi e lo elevò a principato assegnandolo al nipote Agostino Chigi. Il Principato sopravvisse fino al 1825 quando fu acquisito dalla Reverenda Camera Apostolica.
Nel 1834 l’ex feudo Farnese fu acquistato dal Maresciallo francese De Goumont, conquistatore di Algeri, e, nel 1856, da Alessandro Torlonia che lo tenne fino agli inizi del secolo, quando passò allo Stato italiano.
Farnese
L’arte
Nella metà del XVI secolo, per volontà di Bertoldo Farnese e dei suoi figli Galeazzo, Fabio e Mario, la città fu nobilitata dalla costruzione di nuovi palazzi, chiese, conventi, parchi e giardini e dalla esecuzione di importanti opere d’arte, commissionate ad artisti del calibro di Annibale Carracci, Ettore Smeraldi, Orazio Gentileschi, Antonio Maria Panico e Jacopo Barozzi da Vignola. Opera di Orazio Gentileschi (Pisa 1563 – Londra 1639), padre della celebre pittrice Artemisia (1593-1653), è il San Michele Arcangelo, in olio su tela, custodito presso la Chiesa Parrocchiale del SS. Salvatore a Farnese.


Farnese
Gli etruschi
Per la sua particolare morfologia, solcata da profonde forre tufacee percorse da fiumi e torrenti, l’Alto Lazio fu terra prediletta dagli Etruschi e centro della loro confederazione. La lingua etrusca risulta attestata tra il IX secolo a.C. e il I secolo d.C., come provano diversi documenti: tra questi, di particolare interesse è l’epigrafe, forse del VII sec. a.C., incisa sulla fibula di Chiusi, rinvenuta a Castelluccio di Pienza all’inizio del XIX secolo e dal 1863 custodita al Museo del Louvre. La scritta, incisa sul corpo della spilla in oro “granulata”, è in prima persona e afferma: «MI ARATHIA VELAVESNAS ZAMATHI MANURKE MULVENIKE TURSIKINA», vale a dire: «Io sono una spilla d’oro di Arunte Velavesnas donata da Manurke Tursikina», dove l’aggettivo zamathi allude proprio alla preziosità dell’oro.


La Tuscia
Territorio abitato dai Tusci
Il coronimo Tuscia indica il vasto territorio abitato dai Tusci, o Etruschi, comprendente la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale.
La “Tuscia romana” corrispondeva al Lazio settentrionale e all’antica provincia pontificia del Patrimonio di San Pietro.
Oggi il termine Tuscia indica i territori dell’Alto Lazio e delle aree confinanti di Toscana e Umbria


L’Alta Tuscia Viterbese
I suoi tesori
Oggi l’accesso al centro di Farnese è consentito dal passaggio attraverso la cosiddetta Porta Nuova da cui parte l’antico viadotto. Il borgo è caratterizzato da una via principale che gira esternamente intorno alla rupe, mentre all’interno si sviluppa un intreccio di vicoli e scorci suggestivi. Proprio le piccole vie della cittadina hanno consentito a Farnese di venire scelta, nel 1972, Luigi Comencini quale set cinematografico del film “Pinocchio”. I luoghi utilizzati per le scene sono ancora visibili seguendo l’itinerario “Pinocchio”.
La zona intorno a Farnese è ricca di fauna e di una splendida vegetazione; essa offre una delle più belle aree naturalistiche in cui si sviluppa il Parco Regionale della Selva di Lamone, con percorsi segnalati per poter ammirare le numerose specie animali.
A Farnese meritano una visita, oltre la Chiesa del SS. Salvatore,la Rocca, antica dimora dei duchi Farnese, costruita da Antonio da Sangallo il Giovane; la Chiesa di San Rocco, che custodisce una splendida tela seicentesca del Lanfranco, raffigurante Sant’Antonio da Padova.
A soli 5 chilometri da Farnese si trova Ischia di Castro, che fu il centro principale del Ducato Farnese. Qui si possono ammirare, nel Museo Civico, i resti e le testimonianze dell’antica vita etrusca e del ducato dei Farnese.
Testimonianze della vita passata si trovano anche nelle rovine di Castro, con la necropoli che ospita tombe risalenti al VI secolo a.C. e l’antica strada etrusca scavata nel tufo con pareti alte 20 metri.
Anche l’Eremo di Poggio Conte offre un percorso particolarmente suggestivo, lungo il quale sono visibili le incisioni, le pitture e i resti di capitelli, a testimonianza della vita dei monaci nel Medioevo.
Grotte di Castro, a circa 20 chilometri dal Podere di Marfisa, è un altro dei borghi medievali di origine etrusca arroccato sul tufo. Meritano certamente una visita la necropoli, la chiesa di Santa Maria del Suffragio, il Museo civico e il palazzo comunale disegnato dal Vignola.
Nel comune di Montalto di Castro, a 30 minuti di auto da Farnese, si trova il parco archeologico di Vulci, antica città etrusca abbandonata nell’VIII secolo a.C. I diversi percorsi presenti nella vasta area archeologica, si snodano all’interno di una riserva naturale protetta, offrendo uno spettacolo estremamente suggestivo. Nelle zona archeologica si ritrovano resti di case, affreschi, tombe, mentre tutti i reperti rinvenuti si possono ammirare nel Museo archeologico di Montalto.
A pochi minuti dal Parco archeologico si trova il parco termale, che vede la presenza di quattro grandi piscine estive, con temperature diverse attrezzate con lettini ed ombrelloni.

Il lago di Bolsena
Immersi nella natura
A pochi minuti da Farnese e dalle Terre di Marfisa si raggiunge il lago di Bolsena. Situato tra Lazio, Umbria e Toscana, esso costituisce un’interessante meta turistica e un punto di partenza per visitare i borghi medievali circostanti al lago, praticare sport e degustare i piatti locali a base di coregone, il tipico pesce di lago.
Nel borgo medievale di Bolsena si possono visitare il Castello Monaldeschi, il Museo con i reperti archeologici, la Collegiata di Santa Cristina, che ingloba quattro chiese di epoca diversa, e il sepolcro della Santa.
Capodimonte è un promontorio circondato dal lago di Bolsena, con un caratteristico borgo, il quale fece parte del ducato Farnese ed oggi è un’affascinante meta turistica.
Valentano, a 10 minuti di auto da Farnese e dalle Terre di Marfisa, si trova in posizione dominante tra il lago di Bolsena e il mare toscano. Qui, durante il ducato, furono costruite la Rocca e le chiese. Al termine del ducato la Rocca divenne un monastero per monache di clausura fino al 1930. Oggi la Rocca è un Museo e centro culturale per convegni.